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Le discariche di Terzigno. Storia di una ferita al cuore del Vesuvio

Il Parco naturale del Vesuvio nasconde da sempre discariche abusive di ogni tipo. Anni fa il Circolo del Cinema R/Anus “Mimmo Beneventano” ha portato alle luce, tramite un documentario apparso anche su Arcoiris.tv, lo stato di totale abbandono nel quale versa una delle oasi naturali più importanti del mondo.

Al centro degli sversamenti la città di Terzigno.

Ebbene proprio a Terzigno lo scorso 17 novembre il sottosegretario Bertolaso, in nome e per conto del Governo, comunica ai cittadini che non ci saranno più discariche abusive. Non ce ne saranno soltanto perché tutte quelle presenti e non in regola diventeranno “legali” grazie al DL n° 90 del 23 maggio 2008.
Tante le incongruenze, tanti gli inspiegabili eventi che hanno portato e porteranno alla devastazione dell’ ambiente e della salute pubblica in un territorio che versa a tutt’oggi in una situazione estremamente delicata. Una cosa è sicura: checché ne dica Bertolaso, una discarica a meno di un chilometro dal primo “insediamento urbano”, fa male alla salute ed inquina più di quanto si possa immaginare.
Lungi però dallo sparare sentenze infondate, andiamo con ordine e cerchiamo di capire cosa è accaduto e cosa accadrà fra i Comuni di Terzigno, Boscoreale e Boscotrecase nei prossimi giorni.

La storia (almeno quella locale) ha inizio con il DL 11 maggio 2007 n.61/governo Prodi e con la successiva risposta del ‘Movimento per la difesa del territorio Area Vesuviana’ il quale formalizza, attraverso una denuncia al tribunale di Nola (prot. 21 maggio 2007), una richiesta di intervento tendente all’interruzione delle attività conseguenti alla messa in atto del decreto sopracitato.
L’atto normativo infatti individuava a Terzigno in località Pozzelle diversi siti di stoccaggio dei rifiuti solidi urbani. In quegli stessi giorni a fronte di una spontanea partecipazione popolare viene istituito un presidio permanente presso l’area interessata in via Nespole della Monica. Prendono il via manifestazioni ed interventi pubblici che portano dapprima agli incontri con l’allora Prefetto Pansa ed il Ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio per poi sfociare nelle occupazioni della stazione ferroviaria FS di Pompei e dell’intero Comune di Terzigno con il conseguente interessamento della stampa nazionale ed internazionale. Il Presidio arriva dunque al mese di agosto senza che le disposizioni previste dal DL 61/07 vengano attuate.
A sentire le comunità in lotta dell’intera area “il Governo scelse allora di temporeggiare onde evitare scontri diretti con la cittadinanza, riuscendo in questo modo a stemperare gli animi e sfaldare il nucleo organizzato della protesta”.
Queste parole, decisamente forti da parte del comitato, ci permettono di fare un salto in avanti fino ai giorni nostri.
Lo scenario politico è decisamente cambiato. Il Governo è passato dalle mani di Prodi a quelle di Berlusconi, il ministero dell’ambiente è affidato all’on. Stefania Prestigicomo e Guido Bertolaso è stato nominato dal Governo sottosegretario all’emergenza rifiuti in Campania. In data 23 maggio 2008 il Governo ha emesso il DL n°90 con il quale vengono militarizzate tutte le aree interessate allo smaltimento dei rifiuti e, come era prevedibile, la Loc. Pozzelle a Terzigno è ancora uno dei punti nevralgici per la risoluzione della crisi.
Il 25 settembre 2008 la conferenza dei servizi indetta da Guido Bertolaso invia ai Comuni , all’Ente Parco e all’Asl la documentazione progettuale redatta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Dipartimento di idraulica trasporti e strade dell’Università di Roma La Sapienza.
Il progetto individua ben 5 siti in località Terzigno:
Cava Pozzelle 1 - mq 81665 (dismessa e di proprietà della SARI, parzialmente adibita a discarica);
Cava Pozzelle 2 - mq 41781 (dismessa, sottoposta a sequestro e di proprietà di Di Somma Ida);
Cava Pozzelle 3 - mq 42916 (dismessa e di proprietà della SARI);
Cava Pozzelle 5 - mq 339456 (attiva e sottoposta a sequestro, di proprietà di Vitiello);
ex-discarica SARI - mq 119350 (dismessa e adibita a discarica di I categoria per rifiuti urbani ed assimilabili sottoposta a sequestro con ordinanza del Presidente dell’amministrazione provinciale ed a seguito dell’entrata in vigore della L. regionale n°10 del 10/02/1993 nonché a causa dell’abusività del tipo di utilizzo e di invaso).


Nella notte tra il 13 ed il 14 novembre u.s. con una scelta dettata “da necessità e urgenza” e quindi chiaramente in sintonia col DL n°90, il Governo sceglie la linea dura inviando le forze dell’ordine a presidio della Ex-Discarica SARI: è un avvicendarsi di blindati, grossi fuoristrada ed uomini armati che bloccano l’accesso già da via Nespole della Monica, strada abitata che conduce alla discarica, ma non ancora “di interesse strategico nazionale”.
Come conseguenza di tutto ciò i residenti in zona sono costretti ad esibire un documento di identità ogni qualvolta devono fare ritorno alle loro abitazioni e ad uscire dalle case per identificare eventuali ospiti.
Di lì a pochi giorni, con una mossa a sorpresa, il Dott. Guido Bertolaso e la sua scorta partecipano, non annunciando la loro venuta, al consiglio comunale straordinario di Terzigno per rispondere alle perplessità della popolazione. L’atmosfera, da subito tesa, si surriscalda ulteriormente quando i presenti chiedono a gran voce che il sottosegretario sia allontanato dall’aula consiliare.

I toni si stemperano soltanto quando viene concessa anche ai cittadini la facoltà di intervenire alla discussione per porre interrogativi e quesiti precisi al rappresentante del Governo. E’ però il commissario straordinario a gestire l’economia complessiva del dibattito riservandosi la possibilità di rispondere per ultimo una volta ascoltati tutti i dubbi della sala. Sono molti e precisi gli interventi: il più significativo chiede delucidazioni circa i rischi per la salute e l’eventuale incremento delle patologie tumorali in presenza di discariche e inceneritori.
Il sottosegretario, dopo aver aperto una lunga parentesi sulla raccolta differenziata e sul corretto operato del Governo - interrotta soltanto da uno scatto d’ira di un presente placato subito da un impetuoso “SILENZIO!” - chiosa con un sibillino: “ a me non risulta”.
Al Governo, dunque, non risulta che - secondo i dati forniti dal Prof. Comella, Direttore del Dipartimento di Terapia Medica dell’istituto nazionale tumori di Napoli ed ospite dell’incontro svoltosi a Boscoreale il 28 di novembre sul tema rifiuti – in prossimità di inceneritori e discariche vi è un incremento del rischio di cancro polmonare, incremento del rischio di sarcoma dei tessuti molli, incremento di mortalità nelle donne per tutte le cause, tumore del colon e della mammella, per diabete e malattie cardiovascolari, cloracne, diminuzione del tasso di testosterone, diabete, disfunzione del sistema immune, effetto promovente di cancerogenesi e riduzione della capacità di apprendimento. E’ giusto aggiungere a quanto detto che, secondo il D. Lgs 42\2004 lettera l, nelle aree interessate da attività vulcanica le discariche non vanno istallate per “non pregiudicare l’isolamento dei rifiuti”.
Mimì Auricchio – ieri no pasdaran della lotta contro la discarica e oggi sindaco di Terzigno (PDL) e primo promotore della stessa: “Con Berlusconi ho stretto un accordo: una deroga piena sui vincoli della zona rossa.
Non chiederemo sanatorie e roba del genere; ma la messa in sicurezza del territorio. […] Quindi, l'approvazione del Puc, il piano urbanistico comunale, che prevede un'area commerciale di 200 mila metri quadrati nella zona rossa per rilanciare l'economia di Terzigno e delle aree vicine. Infine, Silvio Berlusconi in persona mi ha promesso che ci darà una mano per la realizzazione di un centro polisportivo.
Sarà il più grande della Campania: realizzeremo persino un campo di golf . […]… potremo rifare le strade, dare un'aggiustatina al paese e fornire nuovo impulso all'economia. E tutto questo, senza subire alcun danno. Ho visto come lavorano i militari: sono bravissimi! Sono stato nel sito di Sant'Arcangelo Trimonte: non è una discarica, ma una fabbrica di confetti. Ecco, noi avremo una fabbrica di confetti che produrrà oro. Insomma, altro che casinò. Meglio di un casinò”


Giacomo Acunzo
Alessio Arpaia
Pierluigi Raiola

(da www.capitoloprimo.it)


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