Iscriviti alla newsletter per ricevere informazioni e notizie su eventi ed altro del Pompeilab
Al Sud del Sud dei Santi - Ven 09 Gen 2009
Da qualche anno sulla scena con un rigoroso e particolare approccio alla canzone d’autore, Michele Contegno, dapprima con il gruppo La Grande Bevuta, poi sperimentando nuove formazioni e combinazioni sonore proporrà al PompeiLab, venerdi 9 gennaio, uno spettacolo i parole e musica tratto in gran parte da “del viaggio, della polvere…”, disco che sarà pubblicato a marzo.
A sud del sud dei santi, traccia di apertura del disco, rappresenta il punto di partenza, geografico e immaginario, di un percorso in musica e parola che si inoltra nei sentieri della letteratura divenendo metafora del viaggio, mancato sempre, dell’autore.
Molteplici le influenze musicali dell’autore leccese, dalla canzone d’autore di Fabrizio De Andrè, Georges Brassens e Wladimir Visotsky ai rebetici greci e alle sonorità del bacino del Mediterraneo. Accompagnato da Giulio Fazio alla fisarmonica, Luigi Nardiello alla chitarra e Francesco Manna alle percussioni, Michele Contegno, tra canzoni, letture e citazioni invita all’ascolto di tutte le storie estromesse nell’evocazione costante di un ritorno impossibile.
Smessi i panni di governatore e contadino, Sancho Panza ha ripreso il suo errare. Se ne va in giro, solo, a cantare l’eredità del suo padrone, quell’eroica follia nella sapienza della vita, che ogni volta estrae da una piccola valigia e riscalda con una voce a tratti tonante, possibilmente schiarita con “del rosso”. Accompagnato da Luigi Nardiello (chitarra, incudine,martello), Francesco Manna (percussioni) e Giulio Fazio (fisarmonica), Rancho si racconta al numeroso pubblico del Pompeilab. La sua è una musica intima, quotidiana: ogni nota è una piccola vita che racconta se stessa (“La ballata dei Mestieri”, “Caladrones”), la ritualità dei tempi (“Carnascialesco”), fino a diventare caleidoscopio puntato su una società senza tempo, che va avanti ripercorrendo passi già compiuti. Ma non c’è sconfitta né pessimismo nelle parole dello scudiero che fu, piuttosto un’ode alla libertà: di agire, di pensare, di volere.
E fuggirò, gambe levate,
verso contrade alle mie gesta impreparate;
e fuggirò, come braccato,
quel fato avverso che mi vuole imprigionato!
Lento ma inarrestabile cavalca nei secoli Sancho, difendendo la cieca fede nel suo padrone, signore di tutti gli ideali e le speranze. Per questo duemilanove appena nato ha scelto anche un nuovo nome, più moderno e al passo coi tempi, conservando nel cognome la galanteria del mondo da cui proviene: Michele Contegno.
Commenti (0) Foto (18) Video (0) Audio (0)