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La presa di Torino di M. De Giovanni - Gio 19 Feb 2009
Ci sono date che spezzano la storia in due e obbligano gli uomini a ragionare in termini di “prima” e di “dopo”: le Idi di marzo del 44 a.C. segnate dalla morte del primo Cesare, il 14 luglio 1789 della presa della Bastiglia o, per restare nella contemporaneità, quel tragico e tutto sommato ancora oscuro 11 settembre 2001. Il calcio, come ogni altra ossessione umana, ha i suoi eroismi, le sue liturgie e le sue sacre ricorrenze. Ogni italiano sa dov’era e cosa faceva la notte del 9 luglio 2006, chi tifa Juventus commemora con gioia mista a dolore quel che avvenne il 29 maggio 1985 all’Heysel e… provate a chiedere a un interista che ricordo ha del 5 maggio 2002…
Per tutti i “malati” di Napoli data da commemorare è il 9 novembre 1986, quella nona giornata di campionato che vide gli azzurri di Maradona espugnare l’allora Comunale di Torino, infliggendo un clamoroso 1-3 alla Juventus dell’Avvocato Agnelli. Fu quello l’inizio di una nuova era calcistica che, nel giro di quattro anni, portò alla conquista di due Scudetti, una Coppa Uefa, una Coppa Italia e una Supercoppa di Lega. Giovedì 19 febbraio alle 19.30 il PompeiLab ospiterà allora uno speciale “Giorno della memoria ad uso dei tifosi napoletani”, nell’ambito del quale protagonisti e semplici appassionati di football racconteranno il “loro” 9 novembre. Ci sarà lo storico numero 2 del Napoli Beppe Bruscolotti che, quel giorno, era in campo e provò persino uno dei pochi tiri in porta della sua carriera di calciatore. Ci sarà il romanziere Maurizio de Giovanni, autore del libro “Juve-Napoli 1-3. La presa di Torino” (ed. Cento Autori), che ebbe la fortuna di assistere al match dal settore riservato ai supporter azzurri. Il racconto dei suoi patimenti di tifoso sarà affidato alla voce di Germano Bellavia, interprete della fiction Rai “Un posto al sole”. Non mancheranno, poi, le immagini calcistiche della “Presa di Torino” selezionate per l’occasione da Massimo Rosa e montate da Alfonso Balzano.
Potrà sembrare un’operazione nostalgia ma vorrebbe essere qualcosa di più: un’occasione per fare i conti con un passato felice quanto ingombrante, in attesa di tempi decisamente migliori. E – si spera – non troppo lontani.
Francesco Prisco, giornalista de "Il sole 24 ore"
Ospiti:
Giuseppe Bruscolotti
(Sassano, 1 giugno 1951)
Terzino arcigno dotato di corporatura possente, venne soprannominato 'o palo 'e fierro (palo di ferro) sia per la sua forza fisica che per la capacità di fermare le punte avversarie ricorrendo anche ad interventi molto decisi. Esordi in Serie A il 24 settembre 1972 (Napoli - Ternana 1-0) e giocò in maglia azzurra fino al 1988.
Si mise in luce giovanissimo con la maglia del Sorrento in Serie B, per poi passare subito, nel 1972, al Napoli, squadra con la quale ha disputato 501 partite, ottenendo il primato assoluto di presenze in maglia azzurra. È stato capitano degli azzurri per lungo tempo, prima di cedere la fascia a Diego Maradona cui era anche legato da una grande amicizia.
Con la maglia del Napoli Bruscolotti ha vinto due Coppe Italia, uno scudetto ed una Coppa di Lega Italo-inglese.
Fra i gol segnati da Bruscolotti resta famoso quello segnato all'Anderlecht nella semifinale di Coppa delle Coppe del 1977; un altro goal "pesante" fu segnato da Bruscolotti nella gara di ritorno della vittoriosa finale di Coppa di Lega Italo-Inglese vinta dal Napoli nel 1976.
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