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Torre Annunziata - Fortapàsc 25 anni dopo
Fortapasc, racconta la storia di Giancarlo Siani, o meglio degli ultimi mesi della sua vita, ucciso nel 1985 a soli 26 anni. Giancarlo lavorava per “Il Mattino” ed è stato l'unico giornalista ucciso dalla camorra. L’ultimo lavoro di Marco Risi potrebbe evocare nella mente delle persone un ritorno allo scenario del lontano western con soldatini e cavalli in miniatura, ed in effetti il contenuto del film e la realtà dei fatti accaduti a Torre Annunziata in quel periodo preciso descrivono appieno, come lo stesso regista ha definito, “il senso dell’assedio alla città da parte della malavita”. Il 27 Marzo al Politeama è stato proiettato il film Fortapasc e al suo termine, in un dibattito moderato dall’ottimo giornalista e scrittore Ermanno Corsi, erano presenti il regista, il suo attore protagonista Libero De Rienzo,e altri personaggi che non definirei propriamente stimati . In particolare la presenza dell’attore può essere tranquillamente definita inutile,in quanto il suo “non commentare“,ha costituito una mossa esclusivamente pubblicitaria e commerciale. L’ unico intervento degno di particolare attenzione è stato quello del magistrato della direzione distrettuale Antimafia Armando D’Alterio, ex pubblico ministero che nel 1993 riaprì il caso Siani, ottenendo la condanna definitiva dei responsabili dell'omicidio del giornalista. D’Alterio ha sottolineato come le notizie riportate da Siani avessero trovato corrispondenza e soprattutto conferma all’interno dei vari processi e come l’importanza degli interventi normativi dei quali Falcone fu promotore, abbiano avuto una importanza fondamentale ai fini delle ricerca dei veri responsabili. Come “dulcis in fundo” ecco gli interventi dell’assessore alla Cultura Maria Elefante e del Sindaco Giosuè Starita. Politici che non hanno smentito la loro banale attitudine politica, come in ogni discorso pre - elettorale che si rispetti, i due hanno parlato di tutto tranne che dei reali problemi,che ormai come una costanza matematica, opprimono il nostro territorio. L’assessore si è limitato ad elencare solo in modo molto vago alcune attività culturali promosse a Torre Annunziata, perdendo tempo ad “impaperarsi”, termine che lei stessa ha utilizzato, sulla questione termovalorizzatore. In compenso la signora Elefante è riuscita ottimamente a “vendere” il suo libro, omaggiando di questo, lo stesso regista e protagonista, facendolo passare come un dono rappresentativo di noi olpontini. Il primo cittadino invece ha concluso il dibattito soffermandosi sulla necessità di creare una sorta di sinergia tra giovani, forze dell’ordine e istituzioni affinché possa davvero verificarsi un cambiamento politico – sociale radicale. Cosa dire? Niente! Inviterei tutti,dai politici ai semplici cronisti a farsi una passeggiata nelle zone “off limits” di Torre Annunziata; quelle zone che spesso sentiamo solo celebrare e ricordare come zone che un tempo erano state mete turistiche e fonti lavorative di quasi tutta la regione campana,e che ora rappresentano lo “scuorno” di tutti noi cittadini. Un modo molto diretto ed efficace per far assaggiare e respirare un degrado sociale e civico ormai ben radicato e soprattutto far comprendere ai nostri governanti, che quelle istituzioni e quelle forze dell’ordine,che quasi sempre vengono fortemente elogiate, sono del tutto assenti.
Grazie Giancarlo
Francesco Gammone
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