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Francesco Di Bella: songwriter - Sab 27 Giu ore 22
Il Pompeilab offre al suo pubblico una serata mista di novità e piacevoli ricordi musicali, il progetto Songwriter, nato dalla collaborazione artistica tra Francesco Di Bella, frontman dei 24 Grana, Ercole Longobardi, produttore di musica elettronica e Fulvio di Nocera, bassista dei Bisca e dei Pennelli di Vermeer.
Un prodotto nato dalla voglia di confrontare i risultati ottenuti dalle esperienze dei 3 musicisti che da oltre 10 anni animano con successo la scena musicale napoletana e non solo, seppur avendo intrapreso percorsi artistici diversi.
Un repertorio che raccoglie brani storici della band di Francesco Di Bella, diverse cover e rivisitazioni di canzoni classiche napoletane.
Un lavoro pensato per serate dal vivo, al fine di sentire, in una cornice più intima, il calore del pubblico, offrendo leggerezza, poesia e divertimento attraverso le pulsazioni e le ritmiche intense generate dai bassi di Fulvio, l'alchimia di suoni arrangiati da Ercole e la voce inconfondibile di Francesco.
Un set dub elettronico minimale arricchito magistralmente dai suoni di basso e voce.
Al Pompeilab, l’ultimo sabato di giugno somiglia a una vecchia foto di Luigi Ghirri: domestica, priva di enfasi e retorica, dolcemente malinconica, come un ricordo.
Ercole Longobardi, Fulvio Di Nocera, Francesco Di Bella s’incontrano sul palco; non un gruppo il loro, ma una serata tra buoni amici, che fondono insieme le loro diverse esperienze e percorsi professionali per una musica che racconta di chi la musica l’ha a lungo ascoltata.
I testi delle canzoni dei 24 Grana, accordati all’elettronica di Longobardi, poggiati sulle robuste corde del basso di Fulvio Di Nocera: piccole storie private che s’intrecciano ed elaborano atmosfere da generazione anni ’90 (You don’t Love Me) o riscoprono antiche tradizioni melodiche partenopee (Napule se sceta). Una musica dalla quale ognuno comincia a ritagliare piccoli brandelli di sensazioni, di memorie, di ricordi, di cose disperse nella mente, perché “Sui resti del passato […],in questa scena, luogo di coincidenze, noi possiamo leggere della nostra identità.” (Luigi Ghirri, L’opera aperta)
Carla Rossetti
Allegati (1):
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