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Alla scoperta di Piers Faccini: dalle campagne francesi fino al tour con Ben Harper

Dai rilievi montuosi delle Cévennes, nel sud della Francia, passando per le lunghe strade di Los Angeles, Napoli, Londra, nasce la suggestiva produzione musicale dell'eclettico artista Piers Faccini.
Nato in Inghilterra e parigino d'adozione, Piers ha scelto la campagna francese come luogo in cui vivere, tra mare e terra. Un artista che ben si destreggia tra molte lingue e generi musicali diversi: ispirato dai cantautori soul e folk jazz, allo stesso tempo Piers si lascia affascinare da Bob Dylan, Neil Young, John Martyn, Leonard Cohen, Sam Cooke, Ali Farka Toure, i Velvet Underground ed il napoletano Roberto Murolo. La sua musica traccia linee profonde negli animi, esplorando folk britannico, pizzica, musica africana e le suggestive melodie del Mississippi. Faccini tra l’altro è anche pittore, con un occhio ai grandi Cézanne, Balthus, Giorgio Morandi e Francis Bacon.
"ho voluto vestire le canzoni con qualche colore in più, ho cercato di dipingere un panorama più vasto e più vario” dice Piers. La sua musica si spinge ad evocare immagini, fino a mostrarci i suoi paesaggi, le sue montagne, le sue città con un linguaggio semplice e immediato. Un cantautore nel senso più profondo del termine: suona la chitarra, il piano, l’harmonium e la viola cinese a due corde.
L'inizio della sua carriera, sul finire degli anni'90, lo vede accompagnato dalla poetessa Francesca Beard, in una serie di reading poetici e folk hop, flamenco, rhythm and blues, prendendo in prestito il titolo de La linea d'ombra di Conrad, Charley Marlowe, come nome del duetto. Giunge al debutto da solista nel 2004 con l'album Leave no trace e solo due anni più tardi arriva il secondo lavoro Tearing Sky che lo porta ad essere l'act di apertura del tour italiano di Ben Harper.
Torna a grande richiesta in Italia, accolto favorevolmente dalla stampa italiana, con un suo tour a Milano, Roma e Napoli. E' affascinato dalla musica italiana, non tradisce le sue origini, ama Fabrizio De Andrè e la canzone napoletana, a tratti riconoscibile nelle melodie e negli ornamenti.
Del 2009 è il suo ultimo album Two grains of sand, lavoro eclettico, mix tra blues e folk, impreziosito a tratti da piccole contaminazioni medio-orientaleggianti.
Un artista che emoziona con garbo, sussurrando parole, a tratti cupo e tormentato, in perenne ricerca e sulla giusta strada da percorrere per scovare i passaggi segreti tra musica e pittura.

a cura di
Felicia D'Amora
Alessio Arpaia


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