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Gabriele Salvatores, un uomo in fuga

Gabriele Salvatores, un uomo in fuga


“La trilogia della fuga” (Marrakech Express – Turnè – Mediterraneo) è sicuramente il momento cinematografico più intimo della carriera del premio Oscar Gabriele Salvatores. Storie di amicizia, vere e proprie favole dedicate “a tutti quelli che stanno scappando”. Si fugge quando non si vuole accettare la realtà, quando non la si comprende; si fugge perché, come dice Henri Laborit, “in tempi come questi è l'unico mezzo per mantenersi vivi e continuare a sognare”


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“Ragazzi questa è vita! A noi ci ha rovinato il cristianesimo, come cultura. Una volta c’avevamo le terme, massaggi. Adesso cosa c’abbiamo: le pizzerie! Io quasi quasi esco dal ramo auto usate, ed entro nel ramo bagni turchi: il grano è matematico”

Ponchia (Marrakech Express)


La c’è una porta rossa, la vorrei tinta in nero. Niente colori, tutto dipinto in nero. Io volterò la testa fin quando arriva il nero! La c’è una fila d’auto, e sono tutte nere, coi fiori e col mio amore che non tornerà più. Io se mi guardo dentro vedo il mio cuore nero! Poi forse svanirò e non dovrò più guardare la realtà, come si fa ad affrontar le cose se tutto il mondo è nero.

Federico Lolli (Mick Jagger - Turnè)


“Una vita è troppo poco! Una vita sola non mi basta. Se li conti bene non sono neanche tanti giorni. C’ho troppe cose da fare, troppe idee. Sai che ogni volta che vedo un tramonto mi girano i coglioni, perché penso che è passato un altro giorno. Dopo mi commuovo, se penso che son solo: un puntino nell’universo. I tramonti mi piacerebbe vederli con mia madre, o con una donna che amo magari. Poi invece le notti mi piacerebbe passarle da solo; da solo, magari con una bella troia, che è meglio che da solo. Ce ne è ancora di quella roba che lasciato il turco? Nonzo, si chiamava (gli porgono quello che ha appena chiesto) Grazie. Se le cose andassero sempre così: che ti portan via le armi e ti lasciano questa roba qui (fuma) si vivrebbe meglio”

Nicola Lorusso (Mediterraneo)



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