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Boscoreale: NO alla discarica fra tanti SE e tanti MA

Boscoreale. Seppur con un’ora di ritardo ha preso il via ieri 30 ottobre l’assemblea cittadina indetta dal comitato civico nato nell’ultimo mese allo scopo di raccogliere firme per chiedere alle autorità un sistema di monitoraggio della discarica a tutela della salute pubblica. Dopo l’intervento del prof Genovese, molto tecnico e teso a spiegare la natura del dramma rifiuti campano, a prendere la parola è stato Sergio D’Alessio, membro del comitato, il quale ha più volte ribadito l’esigenza di un intervento per tutelare la sicurezza dei cittadini: “il nostro intento è che questo comitato cresca: è importante il cittadino che lotta. Abbiamo voluto questa raccolta firme perché finora Boscoreale è stata assente, vogliamo che ci sia un monitoraggio così da essere noi anche un comitato di controllo”. La calma nell’assemblea però dura davvero poco e l’annunciata proiezione del film Una montagna di balle si allontana sempre di più. Il primo intervento del pubblico, proveniente dai membri del Movimento per la difesa del territorio Area Vesuviana, è diretto: “Voi la discarica la volete o no?”. Ad una domanda così semplice, dopo alcuni tentennamenti, il comitato promotore spiega che l’azione vorrebbe essere suddivisa in step successivi e attraverso vie istituzionali. Nell’economia del dibattito in ogni caso spesso si incappa nell’inevitabile ruolo della politica negli ultimi anni, ruolo determinante per l’attuale messa in regime delle discariche presenti in località Pozzelle. Buona parte dell’assemblea ha un’idea chiara: tanto il centro destra quanto il centro sinistra locale non hanno mosso un dito per risolvere la questione, con l’aggravante per il centro sinistra di aver cambiato atteggiamento nei confronti della discarica allorquando il Governo è passato da Prodi a Berlusconi. Un’obiezione concreta il Movimento per la difesa del territorio la pone sulla proposta di sistema di monitoraggio attorno alle cave: “Se i rilevatori stabiliscono che i tassi d’inquinamento sono nella norma che facciamo? Ci teniamo la discarica? Eppure lo sappiamo benissimo che ciò che inquina si insinua nelle viscere della terra rovinando le falde acquifere ed il terreno. E noi ci accontentiamo di una centralina di monitoraggio?”. Il lungo dibattito dunque lascia gli astanti in una sorta di atavico dubbio e con le idee non molto chiare. Uno degli ultimi appunti del pubblico, stavolta proveniente da un esponente della Destra locale, sottolinea come “purtroppo l’area vesuviana è una zona a bassa tensione sociale, in cui è ottimale per lo Stato sversare rifiuti perché non si corrono rischi di ribellione. Fin quando non agiremo in maniera netta e marcata sarà difficile ottenere qualcosa di tangibile”. Dopo circa tre ore di dibattito, dunque, l’unica cosa ancora certa è che anche questa notte i camion raggiungeranno le cave di Terzigno. Intanto, durante il dibattito, il Movimento di Resistenza Territoriale/Movimento per la difesa del territorio Area Vesuviana ha distribuito un comunicato cartaceo in cui ha ribadito la propria piattaforma, che può sintetizzarsi nei seguenti obbiettivi: “Contro discariche e termovalorizzatori - Per il Trattamento Meccanico Biologico a freddo dei rifiuti – Per le dimissioni immediate di Bassolino, Bertolaso, del Presidente dell’Ente Parco Vesuvio e di tutti i Sindaci colpevoli del genocidio in atto. Per la chiusura dei commissariati straordinari. Per un nuovo piano rifiuti deciso dalle comunità locali autorganizzate. Per una stagione dell’autogoverno collettivo – Per l’avvio della raccolta differenziata porta a porta – Per il salario garantito al lumpen, e ai precari e ai disoccupati, che qui vive dispera e muore - Per riciclo, Riuso e Compostaggio – Per un piano straordinario di bonifica delle aree inquinate”.

Alessio Arpaia
(www.capitoloprimo.it)


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