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Speciale Musica: Fucksia – Photophobie

Fucksia è Luca Marino, chitarrista degli El-Ghor, che debutta in veste solista con “Photophobie”, un'opera prima da tenere d'occhio. Innanzitutto, è disponibile in free download su www.muertepop.com" title="http://www.muertepop.com" target="blank">http://www.muertepop.com e uno dei motivi per cui vi invito a scaricare questo lavoro è la dolcezza e la levità con cui Fucksia affronta determinati temi. Ma non voglio anticiparvi nulla, partiamo dalla prima traccia dal titolo eloquente “That's Christmas...”. Un carillon dolce e stregato suona ripetutamente, un violoncello taglia il tempo, poche note vanno a riempire vuoti che, forse, una triste sera natalizia ha creato. La musica suggerisce una scenografia abbastanza precisa, mi piacerebbe immaginare questa traccia come sottofondo ad una scena di un film in cui un ragazzo, deluso e triste, prende in mano una foto, la sfiora, la riposa e, lentamente, si avvicina ad una finestra, poggiando il naso sul vetro freddo e fissando una pioggia incessante. Un altro episodio interessante di “Photophobie” è “Multnomah” in cui a “farla da padroni” sono campanelli e carillon, ossessivi, inquietanti, estenuanti. Fucksia ricorda, per certi versi, Lali Puna e la sua musica non sfigurerebbe affatto in un film di Sorrentino. Beat ripetuti, sostenuti, uniti ad un sound dolce, malinconico, suadente spingono Photophobie al di là delle semplici etichette, al di là dell' indietronica, dei vestiti glitch o dell'ormai inflazionato genere “ambient” e “J&M Factory” ne è un esempio lampante, soprattutto nella coda. L'onirico lynchiano lo si avverte anche in “Glisan” in cui gli immancabili campanelli e carillon regalano scenari notturni, solitari. È una sorta di ninna-nanna al contrario, che, nonostante la sua delicatezza, non consola affatto. Il viaggio nel mondo ovattato di Fucksia termina con “Rien” e “Nope”, due brani soft che non aggiungono niente di nuovo al lavoro ma che, anzi, lo completano e lo rifiniscono. Perché mi piace “Photophobie” di Fucksia e per quale motivo vi invito a scaricarlo? Perché si tratta di un lavoro onesto, sincero, senza doppi fini, che è stato influenzato solo dagli stati d'animo e dall'umore dell'artista. A questi livelli, la musica è ancora una forma d'espressione, un mezzo per dare se stessi agli altri e non un modo per guadagnare e arricchirsi. Ovviamente “Photophobie” non aggiunge nulla di nuovo allo scenario indie italiano ma la soavità di questo lavoro e la ricerca di un'elettronica calda da parte di Fucksia rendono l'album in questione una piccola perla, che seduce l'ascoltatore sin dal primo ascolto, dotata di un'immediatezza (grazie anche alla sua breve durata, non dura più di mezz'ora) che molti album simili non hanno.
Voglio scommettere su Fucksia!

Francesco Bove



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