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Speciale Musica: Regina Spektor – Far
Quanto è dolce Regina Spektor con quella voce da fanciulla e, allo stesso tempo, matura. Raffinata, impacciata, sfacciata, Regina Spektor ha una voce affascinante e raffinata e ci regala, con “Far”, una manciata di canzoni pop che, di certo, non spiccano per originalità ma che hanno un' anima e dei testi importanti. Regina Spektor, l'Amelie Poulain della musica, racconta, con delicatezza e magia, storie fantastiche, sognanti, colorate. “Laughing with” è il brano che preferisco dell'intero lotto. Se vi aspettate la Spektor riottosa, ancora adolescente, o la provocatrice di “Soviet Kitsch”, siete completamente fuori strada. Qui c'è pop iperprodotto (addirittura la Spektor si è servita di quattro produttori), super-arrangiato, orecchiabile nonché un modesto tentativo di conservare i fan della prima ora raccattando, allo stesso tempo, nuovi adepti. La mia non è affatto una critica, è importante andare al di là del cosiddetto “pubblico di nicchia” e Regina forse l'ha fatto giocando le carte migliori che aveva. Si sta mettendo alla prova, sperimentando in ambito pop (ascoltate attentamente “Human of the year, non è semplice pop leggero), e “Far”, pur non essendo un capolavoro, è il suo lavoro di transizione, più disteso e più ruffiano rispetto ai precedenti. Regina Spektor vorrebbe osare, sfruttando le potenzialità della sua voce, ma poi si tira indietro e percorre terreni più praticabili. Solo in “Human of the year”, il suo inno spirituale tra Bach e Buckley, rischia qualcosina in più ma, per il resto, “Far” è solamente un album gradevole, che aveva tutte le potenzialità per essere il capolavoro di Regina Spektor e che, purtroppo, verrà ricordato solamente per essere un discreto album pop, dalle melodie intense.
Francesco Bove
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