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GALLI SULLA MUNNEZZA
La storia di questi 16 anni di crisi dei rifiuti in Campania, che hanno causato l’avvelenamento radicale di terra, prodotti ed abitanti, è densa e piena di contraddizioni: dal piano Rastrelli al decreto Ronchi passando dalla FIBE-IMPREGILO al commissario straordinario Bassolino, da Prodi agli impianti di CDR fuori norma, dal prefetto di ferro Catenacci al superprefetto De Gennaro (quello del g8 di Genova), da BertolasoI a BertolasoII ed indagato, sino al Re-Berlusconi ed alla falsa fine dell’emergenza attraverso la moltiplicazione, manu militari, di megadiscariche ed inceneritori. Uno scenario drammatico, che diventa incubo se lo osserviamo dai nostri paesi (l’area vesuviana di Terzigno, Boscotrecase e Boscoreale) interessati da un accanito inquinamento che ha inizio nei lontani anni ’70. Se oggi l’attenzione è rivolta alle due nuove discariche (di cui una funzionante dalla scorsa estate e l’altra, Cava Vitello, di dimensioni spropositate, pronta ad essere inaugurata) che fanno scomparire sotto una coltre di rifiuti l’idea di un Parco Nazionale del Vesuvio, nulla si dice della vecchia SARI, discarica esaurita nel 1995 e mai bonificata, vera bomba ecologica causa prima dell’innalzamento dei tassi di malformazioni, tumori e malattie cardiovascolari tra i paesi limitrofi. E’ proprio la questione della bonifica che rende più chiaro ai nostri occhi l’imbroglio ecologico che si sta perpetrando ai danni delle popolazioni disinformate. Bisogna essere onesti intellettualmente: quando e come si potrà mai bonificare e risanare l’ambiente e la falda acquifera dopo aver colmato un buco a fossa con più di 70 metri di rifiuti di tutti i tipi? Sino ad ora l’opera delle istituzioni, tecniche e politiche, non ha minimamente tranquillizzato i cittadini garantendo l’esecuzione di interventi adeguati, duraturi e risolutivi. La necessità della bonifica dei siti inquinati, e di quelli che lo saranno di qui a breve, è indubitabile ma è altrettanto vero che tutto quello che praticamente è stato fatto per restaurare l’ambiente ed eliminare i focolai d’inquinamento altro non ha rappresentato che l’ulteriore fonte di facili guadagni per l’insaziabile lobbie politico-camorristico-imprenditoriale (caso Jacorossi docet…).
Ecco perché non ci fidiamo dei balletti pre-elettorali di coloro i quali in tanti anni niente hanno fatto per indirizzare le politiche ambientali dei loro paesi su strade sostenibili e rispettose della salute degli abitanti. La loro contrarietà, adesso, all’apertura di nuove discariche è palesemente strumentale, prova ne è il fatto che non riescono a proporre serie alternative ad un modello di sviluppo che erge a sistema la creazione di inceneritori, rigassificatori, dissociatori molecolari e, perché no, centrali nucleari. Costoro, la partitocrazia al potere, che oggi vorrebbero atteggiarsi a paladini del bene comune (mirando, in realtà, al consenso!) non sono altro che galli sulla monnezza. Prima hanno condannato questa terra ed i suoi abitanti ad una morte lenta ed inesorabile poi, sullo stesso suolo contaminato, stanno inscenando una danza macabra ritmata dall’ozioso ritornello vota tu che voto anch’io. Tutto questo incoscienti del dato che il loro destino è praticamente segnato: essere inchiodati alle loro irresponsabilità.
Come comitati e movimenti autonomi dell’area vesuviana continueremo a percorrere, come da 6 anni a questa parte, una strada altra proponendo una strategia di gestione dei rifiuti partecipata, radicalmente opposta all’attuale e per un piano compatibile con la salute collettiva senza megadiscariche ed inceneritori incentrato sul modello “Zero Rifiuti”.
Comitato civico Comuni Vesuviani
Movimento difesa del territorio Area Vesuviana
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