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DOSSIER: Discariche di Terzigno: storia di una protesta nel cuore del Vesuvio

Terzigno. Boscoreale. Boscotrecase. Questa non è soltanto una storia, sarebbe troppo facile. Circa due anni fa parlammo di “una ferita al cuore del Vesuvio”. Oggi la ferita si è allargata a dismisura, è diventata un cancro dalle metastasi avanzate.
L’EX SARI E LA CAVA VITIELLO
Nel maggio del 2009 apriva la discarica Ex-SARI, in località Pozzelle – Terzigno, a circa 600 metri dal centro abitato di Boscoreale. E’ passato meno di un anno e la cava è quasi satura. Pian piano crescono piccole collinette di rifiuti e nel febbraio 2010 il Governo, contravvenendo al parere della conferenza dei servizi del 30 dicembre 2009, ha decretato l’apertura di una seconda discarica, la cava Vitiello, a pochi passi dall’ex SARI ma dalle dimensioni notevolmente più grandi: la suddetta cava, infatti, ha un diametro ben più ampio della bocca del Vesuvio ed è destinata ad accogliere i rifiuti della Campania per i prossimi 12 anni. Rifiuti indifferenziati, intendiamoci… Art. 9 comma 2 decreto-rifiuti: “presso le discariche è inoltre autorizzato lo smaltimento dei rifiuti contraddistinto dai seguenti codici CER: 19,01,11: ceneri pesanti e scorie contenenti sostanze pericolose; 19,01,13: ceneri leggere contenenti sostanze pericolose; 19,02,05: fanghi prodotti da trattamenti chimico-fisici contenenti sostanze pericolose; 19,12,11: altri rifiuti prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti contenenti sostanze pericolose”. Si aggiunga inoltre che sempre a Terzigno vedrà la luce il primo impianto campano di trattamento del percolato, il liquido "che si origina prevalentemente dall'infiltrazione di acqua nella massa dei rifiuti o dalla decomposizione degli stessi" (art. 2 D.Lgs. 36/2003). Passeggiare in questi giorni per le strade di Boscoreale equivale ad una promenade fra odori nauseabondi che, combattendo fra loro, si tramutano in uno stato di invivibilità permanente che è possibile leggere sui volti dei pochi abitanti del comune vesuviano che hanno ancora la forza, o meglio la voglia, di reagire. Boscoreale, dunque, è il paese che più di tutti gli altri sta subendo gli effetti negativi della discarica più grande d’Europa all’interno del Parco Nazionale del Vesuvio.
LE FORZE IN CAMPO
Il piccolo paese boschese, inoltre, da circa sei mesi a questa parte vive una situazione di molteplice contraddizione, figlia del triste tessuto sociale in cui vive. In primis c’è il ruolo dell’amministrazione Langella (PdL) la quale, come da conferenza stampa del 19 marzo 2010, ha confermato la volontà di non scendere in piazza per una protesta continuata e decisa scegliendo, invece, la strada delle istituzioni per arginare il problema: “Ci siamo affidati allo stesso avvocato dell’ente parco Vesuvio – afferma Gennaro Langella, sindaco di Boscoreale – per inoltrare un ricorso formale avverso l’azione del Governo che, secondo il nostro legale, ha ribaltato il parere negativo della conferenza dei servizi 30 dicembre 2009 fuori dal tempo limite”. Una speranza formale, dunque, quella dell’amministrazione. In questa difficile cittadina, oltre all’amministrazione, è possibile entrare in contatto con un coacervo di comitati in cui compaiono molteplici esponenti politici d’opposizione i quali, in più di un’occasione, hanno provato a veicolare i pochi cittadini arrabbiati per poi emanare una serie di comunicati stampa al sapore di propaganda elettorale. Da ultimo il comunicato del Consigliere Comunale in quota PD Francesco Paolo Oreste il quale, a proposito di una delle manifestazioni più incisive degli ultimi giorni afferma “150 persone, un fuoco, il buio, una decina di camion fetidi bloccati, un po' di polizia, nessun giornalista. Tutte le buone intenzioni di questo mondo, coraggio da vendere, uno spirito duro e puro … e poi?”. Un comunicato che sa tanto di sfogo in seguito alle urla sempre più pressanti dei cittadini: “la politica non la vogliamo!”. Infine, manco a dirlo, ci sono proprio i cittadini riuniti in comitati. Svincolati dai partiti politici, convinti della responsabilità politicamente trasversale degli amministratori locali e nazionali, dopo il famoso presidio del 2007 – quando ad individuare la discarica a Terzigno fu il Governo Prodi – da diversi mesi a questa parte ragazzi, mamme, padri di famiglia ed anziani sono scesi di nuovo in piazza. Il Sindaco Gennaro Langella li ha definiti “un gruppo di facinorosi di estrema sinistra”, il Ministro Mara Carfagna parlando di loro ha affermato “stiamo attenti perché in questi gruppi è possibile rinvenire infiltrazioni camorristiche”. In realtà, come si evince dall’ampia documentazione fotografica, sono semplicemente cittadini arrabbiati.
LE IMMAGINI DELLA PROTESTA
Le istantanee delle tante giornate di contestazione messe in atto fin ora dal Comitato Civico Paesi Vesuviani e dal Movimento per la difesa del territorio Area Vesuviana hanno tutte una caratteristica: si muovono. Uno dei meriti dei due comitati, apartitici, in questi ultimi mesi è stato quello di riportare all’attenzione della cittadinanza un tema centrale: il diritto alla salute. La comunità boschese era caduta in un vortice di disattenzione e disinteresse e, intendiamoci, molti cittadini vivono ancora in questo stato di lobotomia. Eppure, assemblea dopo assemblea – i due comitati da ben tre mesi aspettano tutta la cittadinanza ogni giovedì presso la stazione fs di Boscoreale, gestita ora dall’ass.ne Stella Cometa – un bel po’ di gente è ritornata in piazza. I primi sussulti si sono avuti nel mese di dicembre a partire dalla giornata del “Imbroglio Ecologico” presso la stessa stazione fs di Boscoreale, durante la quale sono stati proiettati filmati riguardanti i primi sversamenti nella Ex Sari e l’incendio delle eco balle stoccate nel 2008 nella stessa zona dell’Ente Parco. Subito dopo si mise in piedi una marcia in cui tre cortei provenienti da Boscotrecase, Boscoreale, Terzigno si sarebbero incontrati sulla rotonda di via Panoramica per poi confluire verso i cancelli della cava. Era il 18 dicembre del 2009, fu l’ultima occasione in cui i tanti comitati agirono insieme. Dopo quel corteo, infatti, si ebbe la sensazione di diverse volontà di azione in campo: al di là della presenza, discutibile, del Sindaco alla testa del corteo – vista la sua appartenenza politica alla compagine governativa attuale – molti cittadini rimasti a protestare dinanzi alla discarica si sentirono abbandonati dal resto del corteo che subito si allontanò dal luogo chiave della protesta. In quell’occasione il Movimento per la difesa del territorio Area Vesuviana dichiarò: “Si sono ‘riciclati’ in tanti, indossando per l’occasione la casacca ambientalista, probabilmente dimentichi del loro passato fatto di FOS di qualità da inviare a Terzigno attraverso il DL dell’11 maggio 2007 n.61. (è necessario ricordare a tal proposito che è stato un decreto del governo Prodi 2007 ad individuare Terzigno come meta della mondezza campana) e di catene con le quale imprigionarsi per sempre a difesa di un territorio martoriato dai loro stessi rappresentati nazionali”. Fu chiaro allora che il percorso politico di alcuni promotori mal combaciava con il rifiuto netto di tanti cittadini rispetto alle logiche politiche definite “del malaffare” in Campania. Difficile dargli torto, considerando le Relazioni conclusive della Commissione Parlamentare Antimafia allorquando affermano che “la condizione emergenziale, che affligge la gestione dei rifiuti in Campania da quattordici anni, ha rappresentato per la camorra la strada attraverso la quale incrementare stabilmente le proprie fonti di reddito ed accrescere il controllo su territorio ed enti locali”. Su queste nuove basi una esigua delegazione di cittadini si recò il 30 dicembre a Piazza Plebiscito in attesa dell’esito della conferenza dei servizi convocata per interpellare i comuni; conferenza con parere non vincolante e che si espresse, 7 voti contro 6, avverso l’apertura della Cava Vitiello. Fu quello lo scenario protagonista delle prime iniziative forti dei cittadini i quali per circa due ore bloccarono la strada laterale della Piazza dopo aver tentato di occupare pacificamente il palco allestito per il concerto di fine anno. Fu oltremodo surreale, in quel contesto, osservare i cittadini manifestare contro l’ecocidio in atto ed a cento metri di distanza molti rappresentati politici sfilare dinanzi alle telecamere delle tv locali: in poche parole la gente protestava rischiando la risposta della polizia e la politica chiacchierava ai microfoni.
Complice il clima natalizio, ma anche l’esito della Conferenza dei Servizi, la protesta ha subito dopo attraversato un periodo di serenità durante il quale si sono svolte numerose assemblee cittadine. Il momento di svolta, però, si è avuto nei primissimi giorni di febbraio 2010 nel momento in cui il Governo, avocando a se il parere negativo dell’incontro del 30 dicembre 2009, ha comunicato ai comuni vesuviani e all’Ente Parco l’imminente apertura della Cava Vitiello. In quei giorni il Sindaco di Boscoreale aveva invitato, per il suo tour elettorale, il Ministro Mara Carfagna ad incontrare la cittadinanza. Strano da subito risultò che un incontro a scopo di campagna elettorale si svolgesse nell’aula consiliare di un Comune e ancor più strano parve il fatto che il discorso dell’on. Carfagna fosse previsto per le ore 17.30, a conclusione della manifestazione indetta dal Comune per il Carnevale. Campagna elettorale e pubblica amministrazione, si sa, spesso tendono a confondersi. In quell’occasione alle porte del comune si radunarono oltre 500 cittadini che chiedevano di entrare – del resto i manifesti 70x100 dell’evento urlavano a gran voce “la cittadinanza è invitata”- ma da subito le porte dell’assise comunale vennero blindate. Una situazione surreale che pian piano diventò incandescente: la rabbia dei cittadini sfociò infatti in un blocco delle auto blu che riuscirono ad uscire solo quando la polizia ed i carabinieri, in tenuta antisommossa, sgombrarono il campo con l’uso dei manganelli e senza il formale preavviso previsto dalla legge. Nei giorni successivi il Sindaco Langella tuonò contro i suoi concittadini e anche i partiti politici di opposizione presero le distanze dai ‘soliti facinorosi’ per i quali la stampa diffuse la notizia di ben otto denunce a carico. Notizia a tutt’ora ancora da verificare. Mai come in quell’occasione le immagini diffuse subito dopo dai media virtuali parlano chiaro. Ad essere colpiti dall’azione delle forze dell’ordine furono anche donne e ragazzini. Gente comune, insomma, esasperata da una prospettiva nefasta per il futuro del proprio paese e della propria salute.
Da quel giorno in poi sono cambiate tante cose. Tanta più gente è scesa in strada in altre occasioni a cominciare dal Consiglio Comunale successivo alla manifestazione del 13 febbraio. Le contestazioni a tutt’ora sono sfociate in un’assemblea tenutasi il 18 marzo ai cancelli della Ex-Sari in seguito alla quale trecento cittadini sono scesi lungo via Zabbatta e per oltre 5 ore hanno bloccato circa 15 camion pieni di rifiuti irrespirabili; appena due giorni dopo, sabato 20 marzo, tante altre persone riunitesi in assemblea spontanea in Piazza Pace sono nuovamente saliti verso la discarica bloccando per un’ora il traffico di Via Panoramica. Anche l’atteggiamento delle forze dell’ordine è cambiato. Queste ultime, seppur presenti, hanno iniziato a dialogare con i manifestanti, consapevoli ormai del fatto che a protestare fosse gente per bene. Di certo non teste calde. L’assemblea che si teneva presso la stazione fs di Boscoreale, in incipit partecipata da circa trenta persone, ha visto nella sua ultima convocazione del 23 marzo una presenza enorme della cittadinanza che piano piano sembra volersi risvegliare dal torpore in cui da troppo tempo sopravvive. Certo, in valore assoluto sono ancora pochi: su una base di circa cinquantamila abitanti, alcune centinaia di persone non sono tante … Ma guardare gli occhi dei presenti equivale a leggere una sottile voglia di verità e di aria pura.
LO STATO ATTUALE
Il rapporto ISTISAN 04/5 dichiara che Boscotrecase e Boscoreale presentano eccessi di rischio significativamente superiori alla media provinciale per le Malformazioni Congenite cardiovascolari, l’aumento di malattie tumorali ed anemie tra la popolazione campana è intorno al 400 %. La volontà politica attuale del centro destra e del centro sinistra è quella di procedere con il piano discariche ed inceneritori – così si legge nei programmi elettorali in giro in questi giorni. I comitati in lotta contro la discarica stanno ogni giorno promuovendo un piano di rifiuti alternativo fatto i 16 punti reperibile su vesuvioinlotta.blog.spot.com . Se le cose non dovessero cambiare, le città di Boscoreale, Boscotrecase e Terzigno ed i comuni limitrofi sono destinanti a scomparire, nemmeno tanto lentamente.

di Alessio Arpaia
foto di Michela Anna Giulia Iaccarino (reperibili su lapilli.eu)


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