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COME RISOLVERE DEFINITIVAMENTE L'EMERGENZA RIFIUTI IN CAMPANIA
Sia le amministrazioni di destra che di sinistra da quindici anni di emergenza, ci vogliono far credere che il non-problema dei rifiuti solidi urbani si risolve con gli inceneritori e le discariche. Dopo essersi vantato in pompa magna di aver risolto l’emergenza rifiuti in Campania, dopo che l’emergenza stessa è stata dichiarata finita, il Governo “impone” alle nostre istituzioni locali l’apertura di un’altra DISCARICA da 3 MILIONI E MEZZO di tonnellate nella zona di confine tra Terzigno, Boscoreale e Boscotrecase.
Una megadiscarica che nel 2013 sarà già colma e il non-problema rifiuti urbani soltanto procrastinato, e la terra di Terzigno, Boscoreale, Boscotrecase, definitivamente devastata.
Vogliono costruire altri 3 o 4 inceneritori nei prossimi anni. Ma con altri 3 o 4 inceneritori cosa resterebbe da differenziare, da riciclare e da recuperare? Circa il 30% di ogni tonnellata di rifiuti bruciati diviene cenere pericolosa, da seppellire in discarica. E mentre gli inceneritori continuano a bruciare e produrre ceneri tossiche le discariche prima o poi si riempiono. E allora via all’infinito alla ricerca di nuovi “buchi”, alla ricerca di altre terre da violentare. Risulta perciò evidente che il binomio inscindibile inceneritori-discariche rappresenta soltanto un circolo vizioso che ripropone all’infinito il problema rifiuti senza mai risolverlo.
Eppure il paradosso di questa emergenza creata, voluta e pilotata, è che le alternative concrete la nostra regione ce l'ha sin dai primi anni del 2000! I 7 impianti cosiddetti CDR (Combustible prodotto Da Rifiuti) in realtà erano impianti di TMB, impianti di Trattamento Meccanico Biologico: sistematicamente sabotati e manomessi, sotto la gestione fibe/impregilo hanno prodotto soltanto balle di spazzatura tal quale triturata, quelle di Taverna del Re.
Con l’emergenza del 2008 la gestione dei 7 Impianti passa al commissario Bertolaso, il quale con la Legge 123/08 ha la brillante idea di declassare i sette Impianti di Selezione a STIR: Stabilimenti per la Tritovagliatura e Imballaggio Rifiuti. Impianti di alta tecnologia, che ci sono costati 270 milioni di euro, che potevano e possono risolvere DEFINITIVAMENTE il non–problema dei rifiuti solidi urbani, sono ora declassati a STIR, a giganteschi frullatori di tal quale!
E non è tutto. Secondo Carla Poli, l'imprenditrice del Centro Riciclo Vedelago, questi sette nostri Impianti possono con semplici modifiche essere trasformati nel giro di 6 mesi in centri di riciclo e recupero materia tipo Vedelago! Con 10 milioni di euro. E in 6 mesi, a partire da oggi, tutti e sette gli impianti possono già lavorare a pieno regime. Giusto per fare un confronto, l'inceneritore di Acerra ci è costato oltre 500milioni di euro. Un centro riciclo tipo Vedelago presuppone da parte dei cittadini una raccolta differenziata che possiamo definire "semplice": secco-umido. Bastano cioè due contenitori in casa uno per l'umido e l'altro per i materiali secchi: plastica, carta, alluminio ecc. possono esser quindi mischiati, poi pensano gli impianti a fare la selezione e il recupero materia.
Questi i tre punti decisivi e concreti dai quali si può subito partire per risolvere definitivamente il problema rifiuti urbani, senza mai più discariche e inceneritori!
1. Riconversione dei 7 impianti di Selezione in Impianti TMM (Trattamento Meccanico Manuale) tipo Vedelago.
2. Raccolta differenziata semplice: secco-umido.
3. Messa in funzione degli impianti di compostaggio e biodigestone anaerobica, presenti sul nostro territorio, e mai utilizzati.
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