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RIPRENDIAMOCI IL TERRITORIO
L’ecosistema vesuviano in questi ultimi anni ha subìto un attacco di una violenza mai riscontrata prima. La scelta infame da parte dei diversi governi, di sinistra e di destra, di ubicare in pieno Parco Nazionale due megadiscariche di rifiuti urbani e tossici condanna definitivamente all’avvelenamento diffuso gli abitanti dei paesi confinanti al luogo dello scempio. La strategia affaristico-criminale in materia di rifiuti applicata su tutto il territorio regionale, sintetizzabile nel binomio infrastrutturale inceneritori-discariche, in 16 anni ha permesso alla classe degli accumulatori di succhiare circa 3 miliardi di euro che potevano essere utilizzati più efficacemente in una vasta opera di bonifica dei suoli contaminati.
Oggi, da attori di una scena disastrata, non ci resta che mettere in campo tutto quello che di creativo può produrre il soggetto collettivo in formazione. Partendo da una radicale critica della politica, la partitocrazia ed i suoi fans, quella che sino ad ora non è stata in grado di difendere, o non ha voluto per interessi in-comprensibili tutelare, i più elementari diritti della popolazione: quello alla salute, quello di parola, quello a respirare.
Il nuovo piano regionale rifiuti 2010-2013 varato dalla giunta Bassolino non rappresenta una inversione di tendenza anzi rincara la dose, prevedendo per l’area vesuviana un nuovo sversatoio (cava Vitiello) capace di ingoiare 4 milioni di tonnellate di munnezza, recependo supinamente la dittatoriale decretazione del gabinetto Berlusconi.
Solamente con una lotta di resistenza agìta dagli individui e dai movimenti organizzati sarà possibile sconfiggere il potere di una burocrazia inginocchiata all’altare del profitto che ci propone come pensiero unico l’assoggettamento dell’uomo da parte dell’uomo.
Attraverso la riconquista del territorio, colonizzato nuovamente manu militari, le genti autorganizzate di questo lembo di Sud potranno render concreti i contenuti delle vertenze che in questa fase la lotta pone: gestione democratica diretta delle politiche ambientali, determinazione dei modelli produttivi partendo dai bisogni/desideri della popolazione, difesa dei beni pubblici dall’aggressione privatizzatrice, produzione della politica come autodeterminazione del sociale nella diretta ed autonoma organizzazione della sua vita.
Coscienti che tutto si giocherà sul lungo termine, chiediamo alle donne e agli uomini impegnati come noi in questo difficile conflitto di resistere un giorno solamente più dell’oppressore.
Contro discariche ed inceneritori. Per il Trattamento Meccanico Biologico (MBT): trattamento a freddo dei rifiuti. Per le dimissioni immediate del presidente dell’Ente Parco Vesuvio e di tutti i sindaci colpevoli del genocidio in atto. Per una stagione dell’autogoverno collettivo. Per un nuovo piano rifiuti deciso dalle comunità locali autorganizzate. Per l’avvio reale della raccolta differenziata porta a porta. Per il salario garantito al lumpen, (e ai precari e ai disoccupati), che qui vive dispera muore. Per Riciclo, Riuso e Compostaggio. Per un piano straordinario di bonifica delle aree inquinate. Contro il capitalismo della catastrofe.
Movimento difesa del territorio Area Vesuviana
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