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Visita della delegazione europea alle cave della campania.

La visita degli ispettori della Commissione Europea petizioni del 28 e 29 aprile si è trasformata in una vera e propria farsa all'italiana.
Nella discarica di Chiaiano, il giorno 28, è stato vietato l'ingresso agli amministratori locali, addirittura bloccati nei gabinetti, e trattamenti analoghi sono stati riservati ai giornalisti e ai comitati presenti.
A questo proposito la parlamentare olandese Judith Merkeis ha testualmente affermato: «Avevamo chiesto la presenza della stampa, invece è stata una visita senza trasparenza e senza democrazia».
Il blocco delle forze dell'ordine al sito di Chiaiano ha evidenziato in maniera lampante come ai cittadini campani, a causa della brutale militarizzazione dei luoghi imposta dalla Legge n.123 sulla gestione dell'emergenza rifiuti, sia negata la sovranità sui propri territori; al punto addirittura di impedire ai cittadini stessi di interagire sui luoghi del degrado con i commissari europei, la cui visita è il risultato delle loro petizioni, e questo in netto contrasto con il diritto dei parlamentari di selezionare liberamente gli accompagnatori nelle ispezioni.
Le dilazioni temporali dovute all'increscioso episodio di Chiaiano hanno "costretto" la Commissione, sempre il 28, a visionare frettolosamente e solo di passaggio la disastrosa mega-discarica di Ferrandelle (senza poter neppure visitare quella di Maruzzella) e le altrettanto vergognose piramidi di ecoballe di Taverna del Re; in quest’ultimo caso si è anche addotta l’impossibilità d’ingresso trattandosi di sito sotto sequestro, sebbene sia noto che il provvedimento di sequestro è relativo solo al sito di Masseria-Lo Spesso. Lungo tempo è stato, invece, dedicato alla visita del termodistruttore di Acerra, che ha regalato ai commissari, nonostante le rassicurazioni dei gestori, l'ennesimo guasto, questa volta ad una delle tre caldaie.

In serata la commissione ha incontrato i comitati del Coordinamento Regionale Rifiuti della Campania e della Rete Campana Salute e Ambiente i quali presidiavano la sede dell'Hotel Palazzo Caracciolo, in rappresentanza dei territori di Chiaiano, Acerra, Ferrandelle, Maruzzella, Taverna del Re, Terzigno e Sant'Arcangelo.
I Comitati presenti hanno consegnato ai commissari un plico di documentazione integrativa alle petizioni ed hanno spiegato con determinazione il fatto che, dopo 15 anni di emergenza rifiuti, nulla in Campania è cambiato e si continua ad insistere con scellerate soluzioni basate su mega-discariche di tal-quale ("spostando" le emergenze dalle città alle fertili campagne campane), inceneritori, tra l’altro finanziati in violazione delle norme europee sulla concorrenza (truffa dei CIP6) e finte bonifiche dei territori devastati dai rifiuti tossici, il tutto in aperta violazione delle normative europee in materia.
I comitati hanno inoltre insistito affinché venga immediatamente chiuso l’inceneritore di Acerra che, ancora non rispetta le prescrizioni ambientali e sfora costantemente i valori di inquinanti previsti per legge, si attivi da subito sull'intera regione una vera raccolta differenziata, con il conseguente immediato avvio e completamento degli impianti di compostaggio, pur presenti sul territorio, ma fermi da anni; hanno inoltre spiegato che da tempo sono state da loro avanzate proposte alternative proiettate verso un ciclo a Rifiuti Zero basato sul totale recupero della materia, proposte fino ad ora rimaste inascoltate.

Analoghi blocchi ai non parlamentari da parte delle forze dell'ordine si sono verificati anche il giorno 29, quando la Commissione Europea ha visitato le discariche di Terzigno.
Benché nei giorni precedenti le truppe armate della protezione civile si fossero affannate a riversare terreno nelle discariche di Chiaiano e Terzigno, per "coprire" i misfatti e fornire una parvenza di ordine e di rispetto delle leggi europee, è bastata una banale incursione nella ex-SARI di Terzigno perché uno dei commissari potesse estrarre dal terreno addirittura un bidone di solvente.

Si è cercato in tutti i modi, da parte delle autorità italiane, a partire dalla protezione civile,come si può intuire, di impedire ai Parlamentari in missione di vedere e capire lo scempio che ancora oggi violenta la nostra regione. L'emergenza non è stata affatto risolta ma in più è stato pericolosamente nascosto sotto il tappeto, insieme ai rifiuti, anche il rischio al quale sono soggetti tutti i giorni i cittadini campani che vedono arrivare sulle proprie tavole prodotti alimentari coltivati a pochi passi da discariche "abusive" di Stato e stoccaggi “provvisori” ormai permanenti. E’ stato nascosto il connubio tra autorità locali, gruppi industriali ed organizzazioni criminali nella gestione e smaltimento illecito e spesso nocivo dei rifiuti in questi anni che ha portato ad un significativo aumento percentuale di morti per cancro ed altre patologie derivanti dall’inquinamento.

Per tutti questi motivi chiediamo ai Parlamentari europei di non trascurare questi aspetti nella valutazione di quanto sta avvenendo in Campania.
Auspichiamo che il risultato della visita abbia come conseguenza il deferimento del governo italiano alla Commissione Europea, in quanto del tutto inadempiente rispetto agli obblighi relativi a una corretta gestione dei rifiuti, e la conferma del blocco dei fondi europei fino a quando non vi siano significativi cambi di rotta nella gestione dei rifiuti in Campania nella direzione dei “Rifiuti Zero”.
Per questo facciamo appello affinché la commissione europea continui ad essere vigile sulla gestione dei rifiuti in campania e vincoli lo sblocco dei fondi al ripristino della partecipazione e del controllo da parte dei comitati di cittadini nella ricerca stessa delle soluzioni più adatte per un ciclo di smaltimento compatibile con la salute, l’ambiente e lo sviluppo locale.

Coordinamento regionale Rifiuti della Campania
Rete Campana Salute e Ambiente

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