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Giovedì 4 Luglio ore 21:30 - “Le Tarantelle del rimorso” con Pino De Vittorio e Marcello Vitale
Non ci si bagna mai due volte nello stesso fiume. Così c'insegna l'antica sapienza greca. E così c'insegna anche Pino De Vittorio che, con questo suo nuovo lavoro, sembra solo in apparenza rituffarsi nel torrente impetuoso del suo antico repertorio di musica popolare ma, invece, ci regala un'operazione nuova e raffinatissima.
Esattamente a distanza di trent'anni dai primi viaggi musicali nella memoria della sua nativa Puglia e nelle radici della sua cultura mediterranea, Pino De Vittorio ritorna a quel repertorio di tarantelle del Gargano e di canti del Sud dell'Italia che lo fecero immediatamente conoscere ed apprezzare per le sue particolarissime doti d'interprete, per il colore e l'estensione della sua voce e per l'accuratezza gestuale dell'esecuzione.
Pino, nell'arco della sua brillante carriera, ha più volte riproposto e reinciso le canzoni delle origini, ma questa volta, ci riserva una stupefacente sorpresa. Un sentimento di assoluta novità pervade l'ascoltatore che conosce quel repertorio e forse anche coloro che per la prima volta vi si avvicinano. E questa novità risiede nella purezza esecutiva, nel lindore straordinario con cui ci vengono offerte le sonorità levantine e i ritmi ipnotici della terra pugliese, ma anche, nella purezza con cui vengono scanditi i bellissimi testi pieni di semplicissima e struggente poesia: canti di pellegrini al monastero di San Michele, canti di battitori d'olive, incitamenti di carrettieri, serenate d'innamorati, musiche terapeutiche per il morso della tarantola, filastrocche magiche, canti di dispetto, d'amore e di morte.
Qui una chitarra battente, due castagnette ed una voce sono sufficienti a restituirci il fascino incontaminato e universale della vera musica popolare.
Ma se quello che colpisce immediatamente è la chiarezza del suono, la lucentezza del canto, il rigore della strumentazione, quello che turba è la grande intuizione del "silenzio" che la sottende.
La voce di Pino e la sua chitarra sembrano sospese in un tranquillo vuoto zen privo di ansie interpretative, di esibizionismi spettacolari. Un meraviglioso silenzio siderale che ricorda la musica degli antichi organi di vetro. Un silenzio musicalissimo in cui la terra pugliese sembra lievitare come un pianeta in un cielo stellato dove brillano ancora le stelle di Matteo Salvatore e Carmelita Gadaleta, i primi grandi ma "francescani" cantori di quella terra.
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