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Giovedì 08 Agosto ore 21:30 – Spettacolo Teatrale “FESSERIE”
Di Vincenzo De Vita, con Vincenzo Liguori, Teresa Tufano, Chiara Vitiello, musiche e testi canzoni di Vincenzo De Vita, eseguite da Vincenzo De Vita, regia di Rosalia Terrana
Personaggi della cultura popolare napoletana che, con il loro modo schietto di dialogo e di reazione nei confronti del mondo, sembrano esorcizzare il peso del malessere e della confusione che sempre più incombe nella società. Il recupero di voci di vissuto passato, il ricordo di personaggi artefici di aneddoti divertenti e nello stesso tempo sarcastici, graffianti, mordaci, la magia della loro umanità, si unisce al forte bisogno contemporaneo di fuoriuscita da questa impossibile corsa senza senso, da questo vortice che incatena l’animo non permettendogli di immaginare, per straripare finalmente in una dimensione altra dal solito, circense più che mai, fatta di immaginazioni e di musiche, di follie del corpo e dell’anima, dimensione che offre come grande occasione l’esistere negli istanti del tempo “senza prendersi troppo sul serio”, per godere di essi con un sorriso pieno perché insieme spensierato e preoccupato, a volte aggressivo e altre volte sognante, anche rozzo e spesso inusuale.
Al di là di ogni costruzione sistemica, cibernetica, complicata della cultura globale dell’oggi, ciò che scorre e grazie a cui tutto ancora scorre è solo un corpo, il cui cuore pulsa e i cui desideri, emozioni, delusioni, nostalgie, solo apparentemente sembrano non toccarlo; un corpo del quale l’unica cosa che si sa è che vive oggi, forse domani ma chissà.
Tre personaggi in scena che non inseguono la rappresentazione di un grande circo ma che esplorano piccoli e solitari spazi dove poter dar sfogo alle proprie ire, dove poter dimenticare per un attimo il degrado che investe questa moderna società, dove poter giocare e godere di un incontro, dove poter ricordare quanto sono buffe e “fesse” in fondo le cose che tutti i giorni occupano il nostro tempo.
Contro l’andare nella stessa direzione della rovina del mondo moderno, sopraffatta di artificiosità e di surrogati di falsa natura, di politiche e di economie solamente elitarie, un elogio a ciò che contrasta con la banale e finta visione del modo di esistenza e che invece auspica di ripartire da zero, dal silenzio dopo il diluvio.
Ogni evento catastrofico sotterra e ricostruisce una nuova scena, purifica dal meccanismo malato del potere e riparte da zero, da quello che è fondamentale e necessario prima ancora che al vivere al solo sopravvivere.
Che cosa è indispensabile alla vita? Il corpo e i suoi bisogni. Non importa se muoia presto o tardi, ciò che importa è che campi ora, intensamente.
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