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Le avventure del PompeiLab
Era l’afoso pomeriggio del 3 luglio 2010, nell’aria si percepiva ancora la recente e cocente eliminazione dell’Italia dai mondiali di calcio e da pochi minuti anche l’Argentina di Maradona, ultima speranza del tifo partenopeo, usciva a testa bassa dal sommo campionato, schiacciata dai “Panzer” tedeschi. I labici si intrattenevano in un improbabile torello, quando, per uno svirgolamento del piccolo Davide, il pallone terminava in una delle paludose vasche del Pompeilab. Lo scoramento era forte e l’impresa di recupero davvero disperata. I liquami avrebbero in poco tempo inghiottito la sfera e poi, chi avrebbe osato sfidare l’ostile habitat della vasca? Si tratta di una superfice putrida e melmosa, che ospita un microcosmo di esseri, che meriterebbe una puntata speciale di Superquark. Oltre a rane dal gracidio tenorile vi si trova un campionario completo di zanzare, che nessun DDT, zampirone o candela alla citronella è in grado di contrastare. Ma un uomo sprezzante del pericolo decideva di sfidare l’orrida vasca ed aizzato dal grido: “Forza Panini”, utilizzando un metodo, che avrebbe fatto invidia al grande Sampei ed ai pescatori di anguille del Sarno che fu, riusciva a recuperare il pallone.
Alla luce di questa impresa miracolosa viene solo da dire:
PANINI, SANTO SUBITO !
anzi…
SUPER SANTOS !
Il presidente
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