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LA MEDIAZIONE NON PAGA
Dagli ultimi eventi accaduti sul luogo del dissenso (Presidio Rotonda), denunciamo che la protesta ha assunto una fase critica di partecipazione; è diventata, altresì, un’azione di lotta frammentaria, non coesa e con differenti obiettivi. Già in passato alcuni credevano di aver raggiunto dei risultati soddisfacenti che li assolvevano dalla non partecipazione, tale convincimento si era verificato per la falsa vittoria decantata dai nostri sindaci. Ad oggi ribadiamo a gran voce che non bisogna cadere nella trappola del convincimento e del ricatto posta in essere dai nostri politicanti e dalle forze dell’ordine. Dobbiamo comprendere che le forze politiche sono scese in campo solo per una farsa, per accattivarsi il consenso degli ingenui e mettere in risalto la loro figura politica nel programma di future competizioni elettorali. Facciamo attenzione agli infiltrati che con la colorazione politica di opposizione possono, con false ideologie ed interessi forti, realmente gestire, istituzionalizzandola, la protesta. I consiglieri d’opposizione (comunque già desaparecidos), da sempre assenti nella lotta e disinteressati ad un programma politico alternativo alla problematica delle discariche ed inceneritori sul territorio, oggi si pongono come mediatori tra il conflitto sociale in essere ed il potere per perpetrare la logica del ricatto attuato dalle forze dell’ ordine per procedere all’operazione di sversamento nella discarica. Sta di fatto che la formula di ricatto “…qualche camion passa, qualche altro no …” a noi non piace. Non è di poco conto l’episodio che si è verificato alcuni giorni fa sulla rotonda, consistente nel sequestro di un cittadino ad opera delle forze dell’ordine durante un’ azione di sbarramento dei compattatori. L’attivista è stato oggetto di scambio e ricatto per far si che le operazioni di sversamento andassero a buon fine. Altro episodio grave si è verificato nella notte tra il 13 e 14 gennaio 2011 a Terzigno, quando una mamma vulcanica è stata in malo modo strattonata dalla polizia durante un’azione di sbarramento dei compattatori volta a controllare il carico trasportato, alla presenza di pochi abitanti di Terzigno che erano li a presidiare e che non hanno reagito. Sarà questo comportamento di tacito assenso la conseguenza di un accordo stipulato tra cittadini corrotti ed istituzioni locali per questioni di “quieto vivere”? Sta di fatto che la mediazione non paga e che il ricatto mette in ginocchio la lotta.
Il sindaco Langella, per mettere in ginocchio la protesta, “dissenso cittadino per lui compromettente”, si pone come un cane da guardia del potere centrale. Infatti, nell’episodio dell’incendio al portone del Comune, su cui la magistratura ancora indaga, si è avvalso ancora una volta di un sistema punitivo di regime che induce a perseguire il volere ed il potere del sistema e non la verità dei fatti, senza incolpare chi ha commesso il reato, bensì, tutti coloro che hanno dignità e consapevolezza sociale, privandoli del luogo del dissenso, ordinando lo sgombero del presidio di via Panoramica (decisione presa il giorno prima dell’incidente al portone della casa comunale), ritenendo la protesta una becera azione politica. Lo stesso Langella, nel comunicato stampa del 14/01/11, prima di parlare di moralità e di politica cittadina da lui definita “becera” avrebbe dovuto farsi dei gargarismi, tanto per non sporcare il significato di tali parole, essendo noi tutti certi che il primo cittadino non conosce neanche il significato di tante altre parole apprezzate e rispettate dagli onesti abitanti quali : libertà e coscienza.
E’ proprio nella consapevolezza e nell’esercizio delle nostre libertà di cittadini che va ricercata la forza per contrapporci, tutti insieme, alle angherie di coloro che sono disposti ad usare gli esseri umani come merce di scambio per i loro profitti. Questi sono mercanti di uomini che non esitano a condurci al macello per farne saponette e pettini.
Movimento Difesa del Territorio Area Vesuviana
Collettivo Area Vesuviana
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