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E’ morta Maria Schneider: aveva 58 anni!

Attrice simbolo di quel cinema massacrato dai censori che lei non amava, Maria Schneider nacque a Parigi il 27 marzo 1952 da una relazione tra l'attore francese Daniel Gélin, allora tossicodipendente e Marie-Christine Schneider, una donna di origini rumene che gestiva una piccola libreria nella capitale. Il padre non la riconobbe mai! Esordisce in teatro nel 1967, non ancora quindicenne, senza aver mai ricevuto lezioni di recitazione. Due anni più tardi ottiene il suo primo ruolo per il cinema con una piccola parte in “L'albero di Natale” (1969) di Terence Young e, nello stesso anno, in “Madly, il piacere dell'uomo” (1969) con Alain Delon e Valentina Cortese. Poi, nella vita di questa donna tanto fragile quanto reale, succede che la storia del cinema, le ali sudice di un capolavoro, la cronaca, si impossessino lealmente di tutto… “Ultimo tango a Parigi” di Bernardo Bertolucci (1972), poetico e cupo dramma che descrive la solitudine di un uomo e una donna (Marlon Brando e Maria Schneider) che comunicano solo attraverso il sesso all’interno di un appartamento deserto, senza sapere niente l’uno dell’altra, neppure i nomi, è sicuramente il film migliore del discepolo di Pasolini. I dialoghi sono forti e dissacranti, la scenografia vuota, si è in un tempio dove la sacralità dell’iniziazione erotica si consuma e si libera spalmandosi come il burro fuso sui muri dell’appartamento. Al diavolo i censori, quelli che pensano che la sequenza in cui Brando sodomizza la Schneider con l’aiuto di un panetto di burro sia disgustosa: è la paura, vera, incontrollabile.
Fatto sta che il film - Prix Raoul Lévy a Parigi; Nastro d’argento 1973 per la migliore regia; Grolla d’oro 1973; alcune nominations agli Oscar 1974 per la migliore regia e il migliore attore protagonista - viene subito sequestrato sotto l’impulso moralizzatore dei critici bigotti e reazionari, mentre la critica di sinistra grida allo scandalo. La cosa assurda è che quattro anni dopo il film è addirittura condannato al rogo, in un clima da caccia alle streghe e da tribunale inquisitorio. Marlon Brando è Paul, uno straniero a Parigi sconvolto dall’improvvisa morte della moglie, cammina da solo per strada, veste con un cappotto marrone e sotto indossa solo una maglietta nera (la sua caratterizzazione è perfetta). Maria Schneider, mossa dalla stupenda musica di Gato Barbieri, resta vittima del suo personaggio e non ne uscirà più nei film successivi, al punto che la stampa si accanirà su di lei scavando sulla sua vita privata. Dopo Ultimo tango non gira molti film. I registi la cercano ma lei litiga prima con Brass per un “Caligola” troppo spinto, poi con Buñuel sul set di “Questo oscuro oggetto del desiderio”. Nel caso di Buñuel c’è chi sostiene che sia stato il regista spagnolo a estrometterla dal film dopo aver visto le sue scarse capacità artistiche. Poco dopo le cronache cominciano ad occuparsi del suo amore omosessuale per Jean Patrice Townsend che nel settembre 1976 frutta alle due donne una condanna per atti osceni in luogo pubblico. L’insolita love story porta la Schneider al ricovero nell’Ospedale psichiatrico Santa Maria della Pietà di Roma. In realtà, è la Townsend ad essere ricoverata in stato confusionale dopo una lite di gelosia, però Maria non vuole lasciarla sola e chiede di dividere con lei il ricovero ospedaliero. Durante il ricovero si lasciano andare a effusioni molto evidenti che mettono in imbarazzo il personale sanitario. Fanno l’amore dove capita, sia sul letto della stanza che dividono che nella vasca da bagno, scandalizzando chi deve assisterle. I giornali intervistano le suore dell’ospedale che si dicono sconvolte dalle “languide carezze” e dai “baci appassionati” che le due internate si scambiano. Ne viene fuori uno scandalo giudiziario che coinvolge il personale medico dell’Ospedale, reo di aver acconsentito al ricovero di Maria su sua semplice richiesta. Si prospetta il reato di abuso di atti d’ufficio per aver ammesso in ospedale un soggetto sano senza aver accertato il suo stato di salute. Pochi giorni dopo lo scandalo si affievolisce perché Joan viene dimessa con la diagnosi di subeccitazione e Maria esce con lei. La coppia continua a scandalizzare con la pretesa di voler adottare un bambino oppure di volerlo “fabbricare con il concorso occasionale di un uomo”.
Ultimo tango* conquista la fama di film maledetto! Brando dichiara che il film lo lascia svuotato e devastato e che mai più si farà coinvolgere emozionalmente in un modo così distruttivo; e la Scneider… basta così.

Nel 1980 dopo un lungo periodo di riabilitazione torna alle scene cinematografiche e teatrali. Nel 1996 ha prodotto un disco-tributo a Lucio Battisti dal titolo Señor Battisti, di cui era anche interprete insieme a Cristiano Malgioglio. È morta il 3 febbraio 2011, dopo una lunga malattia, ed è stata sepolta a Parigi, nel Cimetière du Père-Lachaise.


Asterischi

“Opera d’arte perfetta e irripetibile, tutte le sue componenti lo sono: la fotografia di Storaro, la musica di Gato Barbieri, il montaggio di Franco Arcalli e la regia appassionata di un maestro.”

1972

Estate: Bertolucci presenta a Venezia, durante le Giornate del Cinema Italiano, due sole sequenze del suo film: l’incontro tra i due amanti nell’appartamento vuoto da affittare e lo straziante e disperato monologo di Brando davanti al cadavere della moglie. La proiezione desta scalpore e contrasti; 14 ottobre : è proiettato integralmente in anteprima mondiale a New York durante il “Film Festival”. È uno strepitoso successo!
Pauline Kael New Yorker, scrive: «Questo è un film del quale la gente discuterà fino a quando ci saranno dei film»; dicembre: Viene bocciato dalla Commissione Ministeriale. In appello la censura italiana concede il nulla osta al film, in cambio di otto secondi di tagli. La prima europea è a Parigi, in versione integrale; 15 dicembre: con l’eliminazione di 8 secondi, avviene la prima proiezione italiana al festival di Porretta Terme; 16/20 dicembre: esce a Roma e Milano registrando incassi record.; 21 dicembre: il PM romano Niccolò Amato ne ordina il sequestro con l’accusa di «esasperato pansessualismo fine a se stesso» ; 21 dicembre: nello stesso giorno, a Parigi però, il film riceve il premio “Raoul Lévy”

1976

Condanna definitiva che prevede il rogo di tutte le pellicole.
Dice Bertolucci: «Mi sentivo malissimo e siccome non riuscivo a accettare la punizione che arrivava dalla Cassazione, scrissi una lettera al Presidente della Repubblica Giovanni Leone, chiedendo la grazia, come si fa con i condannati a morte. Mi rispose con una lettera molto tecnica, da esperto di diritto. In sostanza mi diceva che non era possibile concedere la grazia, però era lecito salvare due o tre copie del film, come si conservano i corpi di reato nei musei criminali». Per fortuna tre copie di Ultimo tango vengono salvate dal rogo e conservate alla Cineteca Nazionale, di modo tale che oggi il film si può ancora vedere in tutta la sua sconvolgente bellezza. Bertolucci viene condannato a due mesi più la condizionale per aver girato un’opera d’arte. Per la sentenza, il regista è colpevole di avere offeso il comune senso del pudore e ne consegue che viene privato dei diritti civili e per ben cinque anni non può votare.

MAI VISTO PER INTERO!!! … IN ITALIA


A cura di bardamù


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