Iscriviti alla newsletter per ricevere informazioni e notizie su eventi ed altro del Pompeilab
Come un “Detenuto in attesa di giudizio” … il 1971!
Oggi per noi è il 1971!
Come tutti gli anni della nostra storia, visto così, velocemente, anche il primo di questo decennio scellerato ha la sua bella ragione di essere esistito. Gli anni ’70! E perché non dire gli anni ’80, cos’è che cambia? Ma no, non è questo il ritmo giusto. Io oggi voglio solo pensare liberamente che non sempre l’uomo si rende perfettamente conto di essere la storia. Trattasi di faccende personali molteplici, ma anche di mancanza di quelle che io amo definire “pillole di storia”. Le canzoni, le poesie, gli interventi burberi del cinema e i sacrifici umani del teatro vero, per esempio. E poi la politica, le decisioni e le prove di forza delle oligarchie di tutto il mondo. Per dare una definizione leggera della storia, bisogna documentarsi giorno per giorno senza badare ai rallentamenti, contestare le persuasioni, rivoluzionare gli avvenimenti classici della nostra vita: il lavoro, le compagnie e gli allontanamenti volontari da tutte le piccole rivoluzioni.
Oggi per noi è il 1971!
In gennaio, la pubblicità delle sigarette viene bandita da tutte le televisioni statunitensi. I Beatles, forse i musicisti più famosi di tutti i tempi, trattano in tribunale la divisione del loro patrimonio e contemporaneamente, dove si è già “Trattato” e firmato, entra in vigore “quello di Lussemburgo”. Il 6 febbraio, a Roma caput mundi, dal pantano viene a galla il Partito Socialista Democratico Italiano (PSDI); contemporaneamente, come una reazione naturale a tutto ciò, un terremoto semi distrugge Tuscania e provoca la morte di ben 31 esseri umani. Il 17 marzo, il ministro degli Interni, dopo le indiscrezioni edite da Paese Sera, rende noto alla nazione il tentativo di golpe di Junio Valerio Borghese del 7 dicembre 1970; Borghese, colpito da mandato di cattura, scappa in Spagna, dove morirà per un malore. In maggio, la cupola di Palermo, ormai sottomessa allo strapotere mafioso dei corleonesi di Totò Riina, decide l’eliminazione del procuratore della repubblica Pietro Scaglione: è la prima mossa della guerra allo Stato!. Il 3 luglio, a Parigi, Jim Morrison, poeta e mito vivente della controcultura, giace morto nella vasca da bagno della sua abitazione: nessuna autopsia per il giovane poeta nordamericano. Il 1° agosto, lo psichiatra Franco Basaglia diventa direttore del manicomio di Trieste. Il 7 settembre, l'IVA (Imposta sul valore aggiunto) sostituisce l'IGE (Imposta Generale sulle Entrate) e da allora, giorno maledetto, secondo mio nonno, “gli italiani sono fra le 63 popolazioni sottomesse ai presupposti”. Il 3 ottobre, nella nostra Pompei, arrivano i Pink Floyd. La band, un monumento della musica, registra e filma “Live at Pompeii”, l'unico concerto rock della storia fatto a porte chiuse. Anomalie che continuano a Pompei!* Il 21 ottobre viene approvata la legge 865/1971 sulla casa, che consente l'esproprio di aree a vantaggio dell'edilizia pubblica. E poi, per chiudere in bellezza, c’è il regalo di Natale per tutta la Repubblica: al 23º scrutinio, con l'appoggio decisivo del MSI, viene eletto il sesto Presidente della Repubblica, il democristiano Giovanni Leone, che succede a Giuseppe Saragat.
Oggi per noi è il 1971!
… e siamo tutti detenuti in attesa di giudizio. Tutti rinchiusi nella prigione dell’immaginaria Sagunto, come succede al mite geometra romano Giuseppe Di Noi, da anni trasferitosi in Svezia. Nella pellicola denuncia diretta magistralmente dal mai troppo compianto Nanny Loy, il mite geometra Di Noi ( fortunatissima allusione al fatto che chiunque “di noi potrebbe” –come dire- vivere “l’attesa” e le punture ripetute della tragedia) viene arrestato senza che gli venga fornita alcuna spiegazione. Dopo tre giorni di carcere a Milano, apprende di essere accusato di "omicidio colposo preterintenzionale" di un cittadino tedesco. Giuseppe Di Noi, dopo aver subito un autentico calvario giudiziario, costellato di trattamenti umilianti e spersonalizzanti, una rivolta carceraria che gli cade addosso come un macigno e l'incubo del manicomio giudiziario, apprende dai legali che un viadotto della superstrada Battipaglia-Matera - costruita anni prima da una ditta italiana dove egli lavorava come geometra - era crollato per cause poi ritenute naturali, cagionando la morte di un automobilista tedesco in transito. Di Noi, trasferitosi nel frattempo in Svezia e senza alcuna comunicazione internazionale, non rispondendo al mandato di comparizione, era tecnicamente ritenuto latitante e da ciò l'arresto. Chiarita la sua posizione, Di Noi riacquista la libertà .. ma non è più lui. Fortemente ispirato dal libro “Operazione Montecristo”, scritto in carcere da Lelio Luttazzi, il film di Nanny Loy denuncia senza mezzi termini l’arretratezza e la drammatica inadeguatezza dei sistemi giudiziario e carcerario italiani. Il ruolo del geometra Giuseppe Di Noi, prima prova interamente drammatica per Alberto Sordi, valse al caratterista romano l'Orso d'oro al Festival di Berlino 1972. Da ricordare la grottesca interpretazione di Lino Banfi: il direttore burocrate, vestito come Al Capone, che regna meschino sui “derelitti” dell’immaginaria Sagunto (in realtà il carcere della cara Procida).
… e poi, dopo la rivolta, tutti a fare l’inchino all’isola del Giglio .. di nuovo “detenuti in attesa di giudizio” (dal film)
Alla prossima
Bardamù
Commenti (0) Foto (0) Video (0) Audio (0)