Iscriviti alla newsletter per ricevere informazioni e notizie su eventi ed altro del Pompeilab
TOTÒ venerdì 24 e 31 marzo ore 21:30
Totò, Antonio De Curtis, il Principe, tre nomi, per tre anime diverse, che, solo in una visione d’insieme, permettono di comprendere, al meglio, uno dei più veraci figli della città di Napoli.
A cinquant’anni dalla scomparsa, il Pompeilab, gli dedica due serate, per ricordarne il percorso umano ed artistico, tra: racconti, immagini, poesie, canzoni ed un’antologia delle sue più esilaranti interpretazioni cinematografiche.
Totò è stato uno stacanovista del mondo dello spettacolo, che, in una lunghissima carriera, ha spaziato dal teatro al cinema, ma, malgrado gli innumerevoli successi di pubblico, è stato troppo spesso snobbato da: critici superficiali e cineasti.
Attraversò in lungo e largo la nostra penisola, con memorabili spettacoli di varietà e rivista, affinando, continuamente, la sua comicità, discendente dalla più genuina tradizione della commedia dell’arte.
Sul grande schermo, mise in evidenza, da subito, le sue capacità comiche, sfruttando al meglio la maschera del volto e la fisicità snodata, che ricordavano quelle di attori internazionali, del calibro di Charlie Chaplin e Buster Keaton. Le sue potenzialità, le intesero, immediatamente, i produttori cinematografici, che, con bassi costi di realizzazione, riuscivano ad ottenere incassi straordinari. Totò partecipò a circa cento pellicole, in cui fu accompagnato dalle sue storiche spalle, come Mario Castellani, ma, ebbe anche modo di duettare, con altri mostri sacri dello spettacolo, quali: Peppino De Filippo, Nino Taranto ed Aldo Fabrizi.
Dietro la maschera, Antonio De Curtis, celava, però, una personalità complessa e solitaria, segnata da: stenti giovanili, grandi dispiaceri, gravi problemi alla vista e forti passioni amorose. Quest’ultime, sono state, inoltre, tra i principali motivi ispiratori di altri interessi artistici di Totò, come: la musica e la poesia, attraverso le quali, è spesso riuscito ad esprimere, con disarmante semplicità, i suoi più intimi sentimenti.
L’attributo di Principe, gli fu riconosciuto, dal mondo dell’araldica, per comprovata discendenza, oltre che, da chi lo conobbe, per i raffinati modi comportamentali e per lo stile impeccabile nel vestire, ma, in realtà, è stato il pubblico, con ininterrotta affezione nel tempo, a tributargli, ad honorem, il titolo d\'indiscusso reggente del principato della risata.
I incontro
VITA ARTISTICA E PRIVATA
II incontro
“CINEANTOLOGIA”
ingresso gratuito
Commenti (0) Foto (0) Video (0) Audio (0)